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16.2.14

Entropia genetica

L'autore di Genetic Entropy è John Sanford, genetista della Cornell University che ha dedicato più di dieci anni allo studio delle mutazioni genetiche che ha esaminato in modo più approfondito rispetto ad altri scienziati.
Genetic Entropy esamina la mutazione casuale e la selezione naturale e dimostra che i genomi degli esseri viventi stanno lentamente degenerando a causa dell'accumulo delle mutazioni che sono errori di replicazione del DNA che riducono l'informazione genetica; fa poi un esame storico del settore in questione (genetica delle popolazioni) e dimostra che i migliori scienziati in questo campo hanno sempre riconosciuto questo problema fondamentale.
John Sanford definisce entropia genetica la riduzione dell'informazione genetica causata dalle mutazioni che non solo non possono produrre le nuove informazioni biologiche necessarie per la creazione di nuove forme di vita ma non possono nemmeno preservare i genomi degli esseri viventi.
Il biochimico Michael Behe della Lehigh University nella sua recensione di Genetic Entropy fa notare che la teoria dell'evoluzione non solo non ha risposte per come si è ottenuta l'informazione nel genoma, non ha nemmeno risposte per come l'informazione si sarebbe evoluta nel genoma.
L'entropia genetica dimostra che le mutazioni non producono nuove specie, pertanto la complessità delle informazioni nel DNA per produrre la vita c'è stata fin dal principio ed è la prova del progetto di un Creatore.
Riflessioni sulla creazione. Dio esiste "da sempre": anche se si volesse ipotizzare l'esclusione di un Creatore, si dovrebbe considerare comunque una realtà "da sempre", infatti senza l'ipotesi dell'evoluzione la sequenza il seme produce l'albero e l'albero produce il seme si ripeterebbe "da sempre", ma anche con l'ipotesi dell'evoluzione si presuppone che l'esplosione del Big Bang sia stata provocata dalla condensazione di flussi di energia presenti nel vuoto "da sempre".
Come osserva Aristotele, l'universo deve avere avuto un inizio, cioè una creazione, perché non si può andare indietro nel tempo all'infinito altrimenti non potremmo essere qui adesso. Ci deve essere un Creatore al di fuori del tempo che con la creazione ha dato inizio al tempo; ecco perché anche l'ipotesi del Big Bang viene ritenuta dai materialisti un evento al di fuori del tempo, ma siccome l'evoluzione è solo un'ipotesi e la vita si produce da una complessa informazione genetica è necessaria la volontà di un Creatore.