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10.2.14

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Documento sulla fratellanza umana

Papa Francesco e il Grande Imam Al-Tayyib il 4 febbraio 2019, nella storica visita del papa ad Abu Dabhi negli Emirati Arabi Uniti, hanno sottoscritto Il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune; è un appello congiunto senza precedenti rivolto a tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli.
I musulmani con i cattolici dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione comune come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio. Viene dichiarato l’impegno per stabilire nelle nostre società il concetto della piena cittadinanza e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze, la condanna dell’estremismo e l’uso politico delle religioni, il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi, la protezione dei luoghi di culto e il dovere di riconoscere alla donna il diritto all’istruzione, al lavoro, all’esercizio dei propri diritti politici interrompendo tutte le pratiche disumane e i costumi volgari che ne umiliano la dignità, e lavorare per modificare le leggi che impediscono alle donne di godere pienamente dei propri diritti.
La dichiarazione comune che muove da una riflessione profonda sulla realtà contemporanea condanna l’ingiustizia e la mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali, delle quali beneficia solo una minoranza di ricchi a discapito della maggioranza dei popoli della terra, che porta a far morire di fame milioni di bambini, già ridotti a scheletri umani, in un silenzio internazionale inaccettabile.
Condanna tutte le pratiche che minacciano la vita e chiede a tutti di cessare di strumentalizzare le religioni per incitare all’odio, alla violenza, all’estremismo e al fanatismo cieco e chiede di smettere di usare il nome di Dio per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione, perché Dio non ha creato gli uomini per essere uccisi o per scontrarsi tra di loro e neppure per essere torturati o umiliati nella loro vita e non ha bisogno di essere difeso da nessuno; si conferma pertanto l’importanza del ruolo delle religioni nella costruzione della pace mondiale.